Facciata
La facciata ha fondamentalmente l'aspetto finale disegnato
dal Maderno ed è larga 114,69 metri e alta 45,55 metri. Costruita
tra il 1607 e il 1614 è stata anche criticata, perché l'eccessiva
larghezza e la distanza doppia rispetto a quella originalmente pensata
da Michelangelo, nasconde parzialmente il tamburo e la cupola. Rispetto
all'originale realizzazione sono state tolte le torri campanarie
laterali e attualmente ad ognuno dei lati è posto un orologio. Quello
di sinistra è a funzionamento elettrico dal 1931 e ha una campana
del 1288.
Sono presenti nove finestre con balconi e il centrale prende
il nome di "Loggia delle benedizioni" ed è il luogo dal quale viene
proclamata l'elezione di un nuovo papa, annunziandone il nome. Successivamente,
il pontefice neo eletto impartisce la prima benedizione.
Sulla sommità della facciata sono disposte 13 statue di 5,70
metri, Gesù, Giovanni Battista e 11 dei 12 apostoli, mancando la
statua di S. Pietro.
Tra la facciate e l'interno vi è un portico. A sinistra si
trova una statua del XVIII secolo di Carlo Magno di Agostino Cornacchini.
A destra è posta una statua equestre dell'imperatore Costantino
creata dal Bernini nel 1670.
Entrate
La porta all'estrema sinistra è stata realizzata da Giacomo
Manzù nel 1964, ed è chiamata la Porta della Morte. Venne commissionata
da Giovanni XXIII e prende questo nome perché è la porta dalla quale
escono i cortei funebri dei Pontefici. È strutturata in quattro
riquadri. Nel principale vi è la raffigurazione della deposizione
di Cristo e della assunzione al cielo di Maria. Nel secondo sono
rappresentati i simboli della Eucarestia: pane e vino, richiamati
simbolicamente da tralci di vite e da spighe tagliate. Nel terzo
riquadro viene richiamato il tema della morte. Sono raffigurati
l'uccisione di Abele, la morte di Giuseppe, il martirio di San Pietro,
la morte dello stesso Giovanni XXIII che non visse abbastanza per
vederla(in un angolo è richiamata l'enciclica “Pacem in Terris”)
, la morte in esilio di Gregorio VII e sei animali nell'atto della
morte. Dal lato interno alla basilica vi è l'impronta della mano
dello scultore e un momento del Concilio Vaticano II, quello in
cui il cardinale Rugambwa, primo cardinale africano, rende omaggio
al papa.
La seconda porta da sinistra è la Porta dei Sacramenti. È
stata realizzata da Venanzio Crocetti e inaugurata da papa Paolo
VI il 12 settembre 1965. Sulla porta è rappresentato un angelo che
annuncia i sette sacramenti[1]. La Porta Centrale è stata ordinata
da papa Eugenio IV ad Antonio Averulino detto il Filarete ed è stata
prodotta tra il 1439 e il 1445, quindi proviene dalla precedente
basilica. È realizzata in due battenti di bronzo e ogni battente
è diviso in tre riquadri sovrapposti. Nei riquadri in alto sono
rappresentati a sinistra Cristo in trono a destra Madonna in trono;
nei riquadri centrali sono rappresentati San Pietro e San Paolo,
il primo mentre consegna le chiavi a papa Eugenio IV, il secondo
rappresentato con la spada e un vaso di fiori. I riquadri inferiori
rappresentano i martiri dei due santi. A sinistra la decapitazione
di San Paolo, a destra la crocifissione capovolta di San Pietro.
I riquadri sono incorniciati da girali animati con profili di imperatori
e nell'intercapedine fra questi vi sono fregi con episodi del pontificato
di Eugenio IV. Dal lato interno vi è la insolita firma dell'artista.
Questo ha rappresentato i suoi allievi al seguito di un mulo che
lui stesso cavalca.
La porta più a destra è la Porta Santa realizzata in bronzo
da Vico Consorti nel 1950 e donata a papa Pio XII.
Nelle sedici formelle che la costituiscono si può vedere lo
stesso Pio XII e la bolla di Bonifacio XIII che indisse il primo
giubileo nel 1300. La porta, infatti, è aperta solo in occasione
dei giubilei, quindi ogni 25 anni (con alcune eccezioni). Al di
sopra sono presenti alcune iscrizioni, quella più in alto riporta
PAVLVS V PONT MAX ANNO XIII, mentre quella appena sopra la porta
recita GREGORIVS XIII PONT MAX. In mezzo a queste due scritte sono
presenti alcune lastre che commemorano le recenti aperture.
Le Campane
La Basilica possiede un concerto di 6 campane. Ognuna di loro
ha un nome.
La prima, considerata la 'sorella maggiore' del gruppo non
per l'età di 'fusione' ma per indubbia visibilità, è il 'Campanone'
(quello che si vede da Piazza San Pietro a sinistra della Basilica):
fusa nel 1801 pesa 9.000 kg, diametro di 2,30 metri, 2,60 di altezza;
la sua nota è il Fa basso. Segue il 'Campanoncino': fusa nel 1742,
pesa 2.600 kg, diametro 1,77 e 1,90 l'altezza; la sua nota è il
Si bemolle maggiore.
La terza campana è la 'Rota', la decana del gruppo: il suo
compito in origine era quello di chiamare a raccolta gli Uditori
del tribunale della Rota Romana: il suo peso è di solo (si fa per
dire) 1.800 kg, diametro m 1,40, altezza 1,35; la sua nota è il
Re.
La segue la 'Predicà: fusa nel 1909, 850 kg di peso, m 1,08
di diametro e 1,17 di altezza; la sua nota è il Fa.
Poi c'è l' 'Ave Maria', rifusa nel 1932, 280 kg di peso, diametro
di 0,75, m e 0,80 di altezza; la sua nota è il Si naturale.
Infine, chiude il gruppo la 'Campanella': fusa nel 1841, 260
kg, diametro m 0,73, altezza 0,80; la sua nota è il Do acuto. Dal
Conclave del 2005 le campane di S.Pietro hanno un importante ruolo:
il loro suono è il segnale definitivo dell'esito positivo del conclave.
Questo provvedimento è stato attuato per fugare ogni dubbio sul
colore della fumata che precede l'"Habemus Papam"
Va annotato che San Pietro non è una cattedrale, ovvero il
soglio di un vescovo; il Papa è anche il Vescovo di Roma, ma la
Cattedrale di Roma è la basilica di San Giovanni in Laterano. La
basilica è la sede delle principali manifestazioni del culto cattolico
ed è perciò in solenne funzione in occasione delle celebrazioni
per il Natale, la Pasqua ed i riti della Settimana Santa, la proclamazione
dei nuovi papi e le esequie di quelli defunti, l'apertura e la chiusura
dei Giubilei.

Sotto Giovanni Vigesimo Terzo ospitò le cerimonie del Concilio
Vaticano II.
Curiosamente a Roma si trovano tre chiese dedicate a San Pietro.
Oltre alla basilica esiste la chiesa di San Pietro in vincoli (nota
per ospitare il celebre "Mosè" di Michelangelo), posta sull'altra
riva del fiume Tevere, fra il Colle Oppio e la via Cavour, all'Esquilino,
ed esiste anche la chiesa di San Pietro in Montorio.
A queste tre va aggiunta la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
all'EUR.
Una tradizione probabilmente spontanea dei pellegrini in visita,
vuole che la statua bronzea di San Pietro benedicente,attribuita
ad Arnolfo di Cambio (dallo stile dei capelli) e proveniente dalla
basilica costantiniana, sulla destra della navata centrale, sia
toccata con la mano destra che poi svolgerà il segno della croce.
La parte della statua più prossima agli astanti è il piede, oggi
sensibilmente consunto. Una curiosità: una leggenda diceva che nessun
papa avrebbe mai potuto regnare più a lungo di S.Pietro (25 anni).
Quando Pio IX raggiunse il 26° anno di pontificato fece mettere
un proprio stemma sopra questa statua nella Basilica Vaticana.
La basilica di San Pietro, per secoli è stata la più grande
chiesa cattolica. Questo primato le è stato tolto nel 1989 quando
è stata completata la basilica di Nostra Signora della Pace di Yamoussoukro,
nella Costa d’Avorio.